Erano presenti i sindaci della zona interessata dalla presenza della base militare, gli assessori regionali alla sanità e all’agricoltura, l’assessore all’ambiente della Provincia di Cagliari e il Presidente della Provincia di Ogliastra. Assente il Presidente della Regione Cappellacci. Erano anche presenti rappresentanti delle organizzazioni agricole Coldiretti e Cia. Sono intervenuti, in qualità di esperti facenti capo al tavolo tecnico, il dottor Onnis e l’ing. Codonesu.
La sala polifunzionale del Comune di Villaputzu era strapiena e si respirava un’aria di rabbia e preoccupazione. Posizioni contrapposte: coloro che a priori chiedono la chiusura della base militare, militari e lavoratori del Poligono che manifestano preoccupazione per il loro posto di lavoro, cittadini e operatori economici che vogliono capire lo stato di salute del territorio e dei suoi abitanti e ragionare serenamente sul proprio futuro: come si suol dire una guerra tra poveri! Ciò che preoccupa maggiormente è la mancanza di certezze: a distanza di quasi dieci anni da che si è iniziato a parlare di un possibile inquinamento del territorio del poligono non si sa ancora se, in che misura e di che cosa si tratti. Senza qui voler dare colpe a nessuno ma sicuramente il problema è stato sottovalutato e trascurato.
1^ Considerazione: è mai possibile che con tutti gli strumenti scientifici a disposizione non si riesca a venirne a capo?
Il dottor Onnis e l’ingegner Codonesu però ci hanno ricordato che: non si può pensare di avere una base militare sperimentale e far finta che stiamo mangiando una caramella! Credo che i cittadini abbiano il diritto di sapere con certezza e in tempi rapidi lo stato di salute del nostro territorio e di noi tutti: la salute va messa al primo posto e non va barattata con nient’altro, sia che si tratti di soldi sia che si tratti di posti di lavoro! E se inquinamento c’è stato a causa delle attività militari deve essere attuata immediatamente una attività di bonifica per ripristinare lo stato naturale del territorio.
2^ Considerazione: credo che dopo oltre cinquant’anni i cittadini abbiano il diritto di chiedere una revisione della presenza militare nella zona.
Una cosa è certa: si potrà continuare a parlare di attività militare solamente se il Poligono è in grado di garantire che le attività svolte non arrecano danno all’ambiente e ai cittadini (anche con un monitoraggio continuo). Il territorio è e deve essere fruibile da parte dei cittadini che devono poter continuare a svolgere le proprie attività che con enormi sacrifici hanno costruito.
3^ Considerazione, un appello: parliamone serenamente senza contrapposizioni a prescindere, non possiamo permetterci di essere divisi anche su una questione così importante.
Siamo tutti nella stessa barca e qualsiasi decisione presa sarà di fondamentale importanza per il futuro del nostro territorio.
Graziella Lai
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