Villaputzu
Il Capogruppo
Lettera aperta
al Sindaco
Quando nella tarda
serata di ieri ho avuto notizia dell’avviso di garanzia consegnatole per aver
riaperto la spiaggia di Quirra, avevo appena completato le deduzioni sulla
risposta all’ interpellanza sull’accesso alla spiaggia di Murtas da Lei
fornitami. Al riguardo specie per quanto attiene alla balneabilità delle acque - aspetto non
secondario e che, secondo il mio punto di vista, avrebbe dovuto costituire il
presupposto su cui imperniare l’intera
operazione - c’era qualcosa che non mi convinceva.
Non riuscivo a capire
perché l’ Amministrazione comunale non si fosse attivata subito per far
svolgere i controlli preventivi richiesti, non ostante risultasse che quelle
acque non fossero ricomprese tra le 660 adibite alla balneazione in Sardegna
per l’anno 2013, secondo l’elenco predisposto dalla Regione Sardegna a cui
compete il monitoraggio e il campionamento attraverso il sistema ARPAS/
ASL-S.I.P. (vedasi l’all. 1 alla circolare emanata dalla presidenza della
Giunta Regionale prot. 3001/1 del 08.04.2013)
Ora alla luce di quanto avvenuto lascio ogni dubbio sulla penna, in
modo che l’accertamento della verità venga fatto dal giudice. Nel frattempo, in
attesa che la giustizia faccia il suo corso, non intendo comunque sottrarmi al
mio compito di rappresentante della comunità per svolgere alcune considerazioni
al riguardo di carattere etico politico. Per sgombrare il campo da equivoci
dico subito che non intendo speculare sulla vicenda e neppure assumere toni
paternalistici o supponenti, ma ispirarmi agli alti valori morali richiamati in
primo luogo dalla costituzione la quale, all’art. 54, prevede che cittadini cui
sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle, con disciplina
ed onore.
Chi si occupa della cosa pubblica dunque non solo deve agire con
disinteresse, ma anche con prudenza che, oltre a rappresentare una buona virtù,
consente di non mettere a repentaglio la sorte degli altri. In tal senso essere
disciplinati significa essere pazienti quando occorre, non farsi prendere dalla
frenesia o dalla smania del risultato atteso a qualsiasi costo, non strafare
pur di fare bella figura e apparire il migliore. Un simile atteggiamento
rasenta infatti l’aggressività, comportamento tipico di chi persegue i propri
fini senza tener conto degli interessi e dei diritti degli altri, sconfinando
spesso nella superbia che non è certo una virtù, ma un vizio e capitale per
giunta.
Altra caratteristica che deve possedere l’uomo pubblico è l’umiltà e il
forte spirito di servizio a favore della collettività nelle sue singole
componenti. Questo significa ascoltare tutti, anche chi dice cose scomode o la
pensa diversamente, in modo aperto, rispettoso mettendosi nei panni degli
interlocutori e assumendone il loro punto di vista. Significa essere
disponibili, lavorare duro, migliorare le capacità relazionali e,
possibilmente, attraverso un maggior ascolto attivo, la percezione empatica.
Infine il politico deve essere orientato al rispetto delle regole che
non significa mera accettazione acritica dell’esistente ma, senza atteggiamenti
di ribellione, agire nella società e con la società per trasformarla, cambiando
quello che può essere cambiato.
Queste sono le cose che sento sommessamente di doverle dire e che credo
possano esserle utili per continuare il non facile percorso che ha intrapreso;
un percorso sicuramente irto di ostacoli e difficoltà, che però deve essere
percorso fino in fondo senza lasciarsi suggestionare dalla tentazione di
trovare facili scorciatoie o comode scappatoie che alla fine si dimostrano solo
illusorie e non portano da nessuna parte.
Villaputzu, 09.10.2013 Alberto Sciola