giovedì 10 ottobre 2013

Spiaggia di MURTAS: perchè è intervenuta la Magistratura?

Gruppo Consiliare
       Villaputzu
   Il Capogruppo


Lettera aperta al Sindaco

Quando nella tarda serata di ieri ho avuto notizia dell’avviso di garanzia consegnatole per aver riaperto la spiaggia di Quirra, avevo appena completato le deduzioni sulla risposta all’ interpellanza sull’accesso alla spiaggia di Murtas da Lei fornitami. Al riguardo specie per quanto attiene alla balneabilità delle acque - aspetto non secondario e che, secondo il mio punto di vista, avrebbe dovuto costituire il presupposto su cui imperniare  l’intera operazione - c’era qualcosa che non mi convinceva.
Non riuscivo a capire perché l’ Amministrazione comunale non si fosse attivata subito per far svolgere i controlli preventivi richiesti, non ostante risultasse che quelle acque non fossero ricomprese tra le 660 adibite alla balneazione in Sardegna per l’anno 2013, secondo l’elenco predisposto dalla Regione Sardegna a cui compete il monitoraggio e il campionamento attraverso il sistema ARPAS/ ASL-S.I.P. (vedasi l’all. 1 alla circolare emanata dalla presidenza della Giunta Regionale prot. 3001/1 del 08.04.2013)
Ora alla luce di quanto avvenuto lascio ogni dubbio sulla penna, in modo che l’accertamento della verità venga fatto dal giudice. Nel frattempo, in attesa che la giustizia faccia il suo corso, non intendo comunque sottrarmi al mio compito di rappresentante della comunità per svolgere alcune considerazioni al riguardo di carattere etico politico. Per sgombrare il campo da equivoci dico subito che non intendo speculare sulla vicenda e neppure assumere toni paternalistici o supponenti, ma ispirarmi agli alti valori morali richiamati in primo luogo dalla costituzione la quale, all’art. 54, prevede che cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle, con disciplina ed onore.
Chi si occupa della cosa pubblica dunque non solo deve agire con disinteresse, ma anche con prudenza che, oltre a rappresentare una buona virtù, consente di non mettere a repentaglio la sorte degli altri. In tal senso essere disciplinati significa essere pazienti quando occorre, non farsi prendere dalla frenesia o dalla smania del risultato atteso a qualsiasi costo, non strafare pur di fare bella figura e apparire il migliore. Un simile atteggiamento rasenta infatti l’aggressività, comportamento tipico di chi persegue i propri fini senza tener conto degli interessi e dei diritti degli altri, sconfinando spesso nella superbia che non è certo una virtù, ma un vizio e capitale per giunta.
Altra caratteristica che deve possedere l’uomo pubblico è l’umiltà e il forte spirito di servizio a favore della collettività nelle sue singole componenti. Questo significa ascoltare tutti, anche chi dice cose scomode o la pensa diversamente, in modo aperto, rispettoso mettendosi nei panni degli interlocutori e assumendone il loro punto di vista. Significa essere disponibili, lavorare duro, migliorare le capacità relazionali e, possibilmente, attraverso un maggior ascolto attivo, la percezione empatica.
Infine il politico deve essere orientato al rispetto delle regole che non significa mera accettazione acritica dell’esistente ma, senza atteggiamenti di ribellione, agire nella società e con la società per trasformarla, cambiando quello che può essere cambiato.
Queste sono le cose che sento sommessamente di doverle dire e che credo possano esserle utili per continuare il non facile percorso che ha intrapreso; un percorso sicuramente irto di ostacoli e difficoltà, che però deve essere percorso fino in fondo senza lasciarsi suggestionare dalla tentazione di trovare facili scorciatoie o comode scappatoie che alla fine si dimostrano solo illusorie e non portano da nessuna parte.
Villaputzu, 09.10.2013                                                                           Alberto Sciola

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