domenica 26 giugno 2011

Interrogazione parlamentare Commissione Difesa

Interrogazione a risposta in Commissione 5-04843
presentata da
AMALIA SCHIRRU
lunedì 6 giugno 2011, seduta n.481

SCHIRRU, MARIANI, LAGANÀ FORTUGNO, PES, MOTTA, FADDA e CALVISI. -
Al Ministro della difesa, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
 - Per sapere - premesso che:

rispondendo in Assemblea il 9 luglio 2003 all'interrogazione n. 3-02497, l'allora Ministro per i rapporti con il Parlamento aveva dichiarato che erano «state eseguite bonifiche pubbliche nelle basi (militari sarde) alla presenza dei giornalisti per verificare in maniera scientifica se vi fosse qualche traccia di uranio impoverito e non ne è stata trovata traccia». Nella medesima circostanza il Ministro aveva pure messo in relazione la presenza di malformazioni registratesi nella zona del poligono militare del Salto di Quirra con «una presenza anomala di arsenico e di altri materiali, ad esempio zinco e piombo»;

già nel 2003, l'allora Sottosegretario alla difesa Cicu aveva annunciato l'avvio di una imponente campagna di campionatura nel Poligono del Salto di Quirra per cercare di capire quale sia la causa dell'anomalo ed elevatissimo numero di morti per tumori al sistema linfatico (La Nuova Sardegna, 10 luglio 2003, pagina 9); tali affermazioni erano contenute anche nell'interrogazione a risposta orale n. 3-02515 presentata da Tonino Loddo il 14 luglio 2003 nella seduta n. 339, con cui si chiedeva di sapere quali fossero stati i risultati di altra analoga campionatura eseguita nella base del Salto di Quirra alla presenza del Sottosegretario Cicu, atto a cui però non è seguita alcuna risposta;

in risposta all'interrogazione a risposta in Commissione n. 5-02466 presentata dalla prima firmataria del presente atto l'11 febbraio 2010, seduta n. 282, il Sottosegretario di Stato per la difesa, Giuseppe Cossiga, affermava: «la situazione ambientale del poligono interforze di Salto di Quirra (PISQ) ha, da tempo, particolare evidenza mediatica, in quanto alcuni organi di stampa hanno ricollegato, presumibilmente, il numero di "fenomeni patologici" - riscontrati fra gli animali e gli abitanti delle comunità residenti nelle zone limitrofe - alle esercitazioni militari che vi si tengono periodicamente, ipotizzando i rischi che la struttura militare comporterebbe per il territorio e per la popolazione. In particolare, l'ipotesi della presenza, nell'area adiacente al poligono (frazione di Quirra del comune di Villaputzu) di una maggiore incidenza di tali fenomeni non è stata confermata, a suo tempo, dall'apposita Commissione istituita dalla ASL 8 di Cagliari, che ha indicato che le possibili cause potrebbero essere, invece, ricercate proprio nel passato minerario dell'area. Chiarito questo aspetto, preciso che le attività addestrative all'interno del poligono si svolgono nel pieno rispetto sia della normativa ambientale, sia delle procedure volte a garantire la sicurezza del personale che vi opera»;

da gennaio 2011 è in corso un'inchiesta per omicidio plurimo e danni ambientali aperta dalla procura di Lanusei, dopo che una relazione dei veterinari delle asl di Cagliari e Lanusei ha rilevato un abnorme numero di casi di tumore fra la popolazione e di animali nati malformati. Contestualmente sono cominciate, nel cimitero di Perdasdefogu, le riesumazioni delle salme di persone decedute - secondo l'ipotesi investigativa - per cause collegate alle sperimentazioni autorizzate negli anni scorsi nel poligono;

nei giorni scorsi il comandante del poligono di Quirra, il generale di brigata aerea Sanzio Bonotto, nominato custode giudiziario del poligono sequestrato su disposizione del gip, Paola Murru, che ha accolto la richiesta del procuratore capo, Domenico Fiordalisi, ha ordinato «il divieto, nell'area terrestre del poligono interforze sperimentale del Salto di Quirra, di ogni attività militare e civile non autorizzata dal Ministero della difesa. È fatto assoluto divieto, altresì, di accesso nell'area terrestre del poligono di qualunque soggetto civile e militare, a eccezione di coloro che debbano svolgere operazioni militari delle Forze armate, quelle commerciali e le operazioni industriali ad esse connesse e autorizzate dal ministero della Difesa». Nella stessa ordinanza, si precisa che la stessa «non si applica, sino alla data del 20 luglio 2011, all'attività agropastorale, così come disposto, per le vie brevi, in data 18 maggio, dall'autorità giudiziaria (Procura della repubblica di Lanusei)». Il documento è stato notificato a tutti i sindaci dei comuni interessati dal sequestro: in particolare, Perdasdefogu, Villaputzu, Villagrande Strisaili, Tertenia;

il 20 maggio 2011 a Cagliari, alla presenza del Sottosegretario alla difesa, Giuseppe Cossiga, è stato presentato il rapporto conclusivo del monitoraggio ambientale su Quirra commissionato dal Ministero della difesa a una commissione di esperti e diviso in diversi lotti di studio. Un tavolo al quale ha partecipato, oltre al presidente della regione e agli assessori dell'agricoltura e della sanità, anche una numerosa rappresentanza delle comunità e delle istituzioni locali, delle associazioni di categoria del mondo agricolo e delle forze sociali;

dalle precedenti considerazioni e dagli atti di sindacato ispettivo richiamati e presentati negli ultimi 10 anni sul Poligono di Quirra, emerge chiaro un problema ambientale non più procrastinabile, a cui si deve rimediare con una urgente bonifica dell'area, che è comunque interessata da residui di munizioni e metalli ferrosi -:

se non ritengano opportuno, alla luce dei recenti sviluppi sulla situazione del Poligono di Quirra, assumere iniziative volte a definire uno stanziamento straordinario per approfondire le indagini ambientali ed epidemiologiche, per avviare le necessarie misure sanitarie e di bonifica, per impiegare imprese e manodopera locale e dare inizio ad una procedura di risarcimento a favore della popolazione e delle aziende colpite. (5-04843)

lunedì 6 giugno 2011

Quirra e base militare: non è come mangiare una caramella!


La seconda riunione del tavolo tecnico per il caso Quirra si è conclusa, a seguito dei disagi espressi dagli operatori agricoli, con la proposta dei sindaci della zona di chiedere uno slittamento della data di sgombero del bestiame dal poligono militare.

Erano presenti i sindaci della zona interessata dalla presenza della base militare,  gli  assessori regionali alla sanità  e all’agricoltura,  l’assessore all’ambiente  della Provincia di Cagliari  e il Presidente della Provincia di Ogliastra. Assente il Presidente della Regione Cappellacci. Erano anche presenti rappresentanti delle organizzazioni agricole Coldiretti e Cia. Sono intervenuti, in qualità di esperti facenti capo al tavolo tecnico,  il dottor  Onnis e l’ing.  Codonesu. 

La sala polifunzionale del Comune di Villaputzu era strapiena e si respirava un’aria di rabbia e preoccupazione. Posizioni contrapposte: coloro che a priori chiedono la chiusura della base militare, militari e lavoratori  del Poligono che manifestano preoccupazione per il loro posto di lavoro,  cittadini e operatori economici che vogliono capire lo stato di  salute del territorio e dei suoi abitanti e ragionare serenamente sul proprio futuro: come si suol dire una guerra tra poveri! Ciò che preoccupa maggiormente è la mancanza di certezze: a distanza di quasi dieci anni da che si è iniziato a parlare di un possibile inquinamento del territorio del poligono non si sa ancora se, in che misura e di che cosa si tratti.  Senza qui voler dare colpe a nessuno ma sicuramente il problema è stato sottovalutato e trascurato.

1^ Considerazione:  è mai possibile che con tutti gli strumenti scientifici a disposizione non si riesca a venirne a capo?

Il dottor Onnis e l’ingegner Codonesu però ci hanno ricordato che: non si può pensare di avere una base militare  sperimentale  e far finta che stiamo mangiando una caramella! Credo che i cittadini abbiano il diritto di sapere con certezza e in tempi rapidi lo stato di salute del nostro territorio e di noi tutti: la salute  va messa al primo posto e non va barattata con nient’altro, sia che si tratti di  soldi sia che si tratti di posti di lavoro! E se inquinamento c’è stato a causa delle attività militari deve essere attuata immediatamente una attività di bonifica per ripristinare lo stato naturale del territorio.

2^ Considerazione: credo  che dopo oltre cinquant’anni i cittadini abbiano il diritto di chiedere una revisione della presenza militare nella zona.

Una cosa è certa: si potrà continuare a parlare di attività militare solamente se  il Poligono è in grado di garantire che le attività svolte non arrecano danno all’ambiente e ai cittadini (anche con un monitoraggio continuo). Il territorio è e deve essere fruibile da parte dei cittadini che devono poter continuare a svolgere le proprie attività che con enormi sacrifici hanno costruito.

3^ Considerazione,  un appello: parliamone serenamente senza contrapposizioni a prescindere,  non possiamo permetterci di essere divisi anche su una questione così importante.

Siamo tutti nella stessa barca e qualsiasi decisione presa sarà di fondamentale importanza per il futuro del nostro territorio.


Graziella Lai

venerdì 3 giugno 2011

Tavolo di crisi su Quirra

Sabato 4 giugno, alle ore 16:00 nella sala polifunzionale della scuola elementare di Villaputzu si terrà la seconda riunione del tavolo di crisi su Quirra. "Dopo il provvedimento di sequestro e le novita' della settimana scorsa - ha detto il governatore Cappellacci- vogliamo continuare il lavoro avviato con i rappresentanti e con gli attori del sistema territoriale''.

mercoledì 1 giugno 2011

Missione compiuta

Tratto da "Invece", il Blog di Concita De Gregorio, Direttore de L'Unità.

Lunedì 30 maggio 2011

È così bella, questa vittoria, perchè è molto più di un successo elettorale. È la conferma di quel che scriviamo da settimane e da mesi, quel che chiunque di noi viva la vita reale nel mondo reale sente attorno a se come una rivoluzione gentile: il vento è cambiato, finalmente. Gli italiani hanno alzato la testa. Quelli in fila al supermercato e alle Poste (ci vanno mai, i leader politici, a comprare il detersivo e a pagare un bollettino? Ascoltano mai cosa dicono le persone di loro?) quelli che mandano curriculum a cui nessuno risponde, quelli che tornano a casa il 27 del mese dai figli con 1200 euro, e sono fortunati. Ci dicono, queste elezioni, che se si distoglie lo sguardo dalle battaglie di retroguardia odorose di muffa tutte interne alla casta dei privilegi e delle tutele c'è un mare di gente, là fuori, pronta a seguire chi sa farli sperare e pronta a sperare davvero, di nuovo. Che non bastano le urla e le menzogne, che cento Santanchè avvelenate non valgono lo sguardo limpido di un ragazzo come quello che ha vinto a Cagliari, che l'eloquio meccanico e la messa in piega quotidiana della facoltosa signora Moratti non possono nulla contro il sorriso beneducato del ladro d'auto sostenuto da Al Qaeda, i milanesi non sono senza cervello, al contrario Mr. B, pazienza per i suoi appelli ad Obama. I milanesi, i napoletani, gli italiani hanno sfoderato le armi che la destra al potere non ha: l'onestà, la passione civile, il coraggio, la generosità, l'ironia. Seppelliti da una risata, davvero. 
Una risata liberatoria e un coraggio che dice a tutti, a destra e a sinistra, quel che nei giorni dell'incertezza gli opportunisti si baloccavano a negare: ricordate gli editoriali contro la “vittoria dei tre Roberti”?, Benigni Vecchioni e Saviano, i soloni che ci dicevano non saranno le canzonette e i saltimbanchi a cambiare il Paese. Certo non sono stati solo loro, ma è stato stupido liquidarli: intercettavano il vento. Certo, è stata la disperazione e la cecità di un premier che ha chiamato l'Italia all'ennesimo referendum personale sul Re Sole e sulle sue mantenute, è stata l'eleganza e la fermezza di Napolitano, è stata la corruzione che dilaga e che divora il paese, blocca l'economia, scoraggia i talenti e i capitali, distrugge il lavoro. 

Sono elezioni, queste, che voltano pagina. Per la politica delle liti e delle beghe innanzitutto, perchè quando ci sono candidati di valore – a volte autocandidati di valore – sebbene non rispondano alle logiche e agli equilibri delle segrete stanze ebbene, vedete, vincono. Non bisogna dunque aver paura dei più bravi: non bisogna oscurarli ed eliminarli perchè non facciano ombra ai cavalli di scuderia. Bisogna puntare sicuri su di loro, invece, perchè quando vince uno di loro vincono tutti: Milano dice questo, Napoli dice questo, Cagliari dice questo. E se sono persone perbene - e in genere lo sono altrimenti non vincerebbero, gli elettori ci vedono benissimo – il risultato poi è una vittoria condivisa. Tutti possono gioirne e persino attribuirsela, alla fine. Diceva Vendola ieri a Milano che ha perso la paura, hanno vinto l'eleganza e la passione. Diceva De Magistris che hanno premiato l'onestà e il coraggio, e che ora bisogna ripristinare le condizioni di legalità per ripartire. De Magistris, che ogni domenica avete letto su questo giornale fino al giorno della sua candidatura. Ripartire dalla legalità. Congedare l'Italia del condono e dell'abuso, dei furbi e dei figli di papà, dei nipoti e degli amici di qualcuno, l'Italia dei mi manda Picone, dei Tarantini e dei lelemora, delle mafie e delle cricche, dei privè dove corre a fiumi la droga mentre le ragazze fanno carriera politica con la lap dance.

Restituire dignità all'Italia che non si vergogna di faticare, di studiare, che considera la cultura un patrimonio e non un handicap, la bellezza e il sapere le sue prime risorse, che oppone alle urla sguaiate e rabbiose parole di senso, sottovoce ma così pesanti da farsi strada nel frastuono. La buona educazione, sembra una piccola cosa ma è all’origine di tutto: la civiltà e la tolleranza, la giustizia, le regole, i valori.

Vincono la Trieste di Basaglia, la Novara di Scalfaro strappata alla Lega, vince una donna di centrosinistra ad Arcore. Una donna, ad Arcore. Lasciatemi dire che resto convinta che la rivolta delle donne abbia dato il la a questo tempo nuovo, questo tempo in cui le persone comuni riprendono in mano il Paese. Questo giornale, in questi anni, ha fatto un lavoro incessante di apertura ai cittadini, alle donne e ai ragazzi, ai lavoratori, all'energia di chi non ha voce, alle voci del sapere. Lasciatemi pensare che le nostre battaglie sul fronte della scuola pubblica, dei diritti individuali – il fine vita, la salute, la maternità, le coppie di fatto, la vecchiaia e l'infanzia, i beni primari come l'acqua e la giustizia - della laicità dello Stato, della dignità delle donne abbiano scavato un solco. Quando abbiamo raccolto le centinaia di migliaia di firme che hanno dato il via alla giornata del 13 febbraio, “Se non ora quando”. Quando ci siamo schierati con Roberto Saviano contro la fabbrica del fango della destra. Quando abbiamo difeso la scuola pubblica e siamo scesi in piazza: per la scuola e per la Costituzione. Quando abbiamo deciso per un'estate intera di rinominare le parole daccapo: democrazia, tempo, speranza. L'Almanacco del popolo, lo abbiamo chiamato: perchè ci sono momenti in cui bisogna restituire senso alle parole. Quando siamo andati dai cassintegrati sardi e dai terremotati dell'Aquila per fare il giornale con loro. Quando siamo stati al fianco degli operai della Fiat e dei precari sui tetti, quando abbiamo dato voce per settimane ai ragazzi senza lavoro, quando abbiamo chiesto il rinnovamento delle classi dirigenti, di tutte, perché aria nuova e pulita entrasse a palazzo. Ecco: io penso, noi pensiamo che questa sia l'Italia che ha alzato la testa ieri. L'Italia delle persone comuni. Senza violenza, come qualcuno a un certo punto aveva temuto o sperato (ricordate Roma blindata per le manifestazioni degli studenti? Eravamo lì, avevano ed hanno ragione gli studenti). Una rivoluzione gentile. Ironica, ferma e felice. È facile cavalcare la rabbia, abbiamo detto sempre. Difficile è costruire la speranza. È facile urlare e minacciare, è difficile dire parole così convincenti che sappiano farsi sentire nell'arena. È facile lavorare contro qualcuno e qualcosa. Difficile è farlo per. 

Credo che questo voto non sia un voto contro ma un voto oltre Berlusconi. Oltre. Gli italiani sono più avanti delle classe politica che li rappresenta. Qualcuno dice: migliori. Senza pagelle, che non è oggi il giorno, una cosa è certa: gli italiani sono oltre. Lo scrivevo venerdì: comunque vada, è già tutto cambiato. È andata come sapete, e ora è penoso vedere in tv (certo, non su tutte. Sulla 7 sì, però) Silvio B. che da Bucarest dice a metà pomeriggio “non so niente non conosco i risultati”. È patetico Quagliariello col suo “il centrodestra è andato quasi bene al Sud. Potremmo fissare la linea a Civitella del Tronto”. Fissiamola a Civitello del Tronto, sì. Mettiamoci dentro le dimissioni di Bondi che forse andrà al Giornale, la furia della Lega e la resa dei conti prossima ventura. 
Può darsi che Berlusconi non si dimetta, come gli chiede Bersani: può anche restare a Bucarest e governare da lì. Non c'è chi non veda, oggi, quali siano le ragioni per cui tanto ostinatamente ha cercato di evitare i referendum del 12 giugno. Chi non capisca che la battaglia è appena cominciata, che ora serve il voto davvero – a partire dai quesiti sull'acqua, sul nucleare, sulla giustizia – e poi finalmente per un governo che restitusca all'Italia la dignità perduta. Perché noi non siamo un paese corrotto, volgare, bugiardo, inaccogliente. Noi non abbiamo paura. La bellezza e il sorriso della gente ci salverà. Ci ha già salvati. Grazie, davvero. Non ci perdiamo di vista, che c'è molto da fare.

REFERENDUM ABROGATIVI 12-13 GIUGNO: VOTA 4 SI per dire no!


La nostra campagna di informazione e sensibilizzazione non si ferma con il Referendum del 15 e 16 maggio: il 12 e 13 giugno ci aspetta un altro importantissimo appuntamento referendario nazionale. 
  • VOTA SI per evitare la costruzione delle centrali nucleari. Considerando la difficoltà di smaltimento delle scorie, soprattutto in un Paese dove già si fatica a gestire i rifiuti ordinari, riteniamo che il futuro sia nelle energie rinnovabili.
  • VOTA DUE VOLTE SI per abrogare le due leggi per la privatizzazione dell’acqua.
  • VOTA SI per abrogare la legge sul “legittimo” impedimento e ristabilire il principio dell’eguaglianza di tutti i cittadini davanti la legge.


Per non sbagliare: VOTA 4 SI!