mercoledì 31 luglio 2013

MURTAS oggi: un grave affronto ai cittadini di Villaputzu e ai pochi turisti che la frequentano.

Interpellanza del gruppo PD in Consiglio Comunale su accesso spiaggia e aree limitrofe zona“MURTAS”

I sottoscritti Alberto Sciola e Marisa Loi consiglieri del gruppo PD

Premesso che
da notizie apparse sui giornali, abbiamo appreso che è stato siglato l'accordo con cui
si garantisce, esclusivamente per il periodo estivo di ogni anno, l'accesso al pubblico alla spiaggia del golfo di Murtas nota come "Spiaggia di Quirra".
Rilevato che, sempre in riferimento alle fonti di stampa, l’accordo viene definito storico in quanto deriverebbe dalla vittoria di una vertenza per il rilancio del comparto turistico locale, la salvaguardia dell'ordine pubblico e il rafforzamento dei rapporti interistituzionali, improntati alla massima collaborazione, nell'ottica di favorire la piena integrazione e coesistenza tra le realtà esterne la componente militare in ambito regionale.
Osservato che tale ricostruzione appare del tutto propagandistica e fuorviante in quanto, forse, si dimentica che fino a qualche anno fa i cittadini avevano libero accesso a tutto il territorio, compresa l’intera spiaggia.
Precisato che, per quanto ci riguarda, non siamo né contro il Poligono né contro i militari anzi riteniamo che i rapporti debbano svilupparsi in maniera armoniosa e con la reciproca comprensione tra le parti.
Considerato che:
- la situazione attuale del territorio di “Murtas” costituisce un grave affronto ai cittadini di Villaputzu e ai pochi turisti che la frequentano. Infatti su un totale di circa 8 chilometri di spiaggia ci sono solamente due accessi, uno a “Pardu” e l’altro alla fine della spiaggia prima degli scogli, quindi praticamente la fruibilità della spiaggia è interdetta per la maggior parte, come pure l’accesso alla “Torre” e ai territori di “Baccu Majori”, S’Olioni”, “Serra Longa”, “Su Accu de sa Palla”, “Su Santu”, ecc.
- lo stato attuale oltre che risultare offensivo ci pare costituisca un grave sperpero del denaro pubblico  impiegato per la recinzione della strada e per tutta la cartellonistica apposta, in questo momento di grave crisi economica che stiamo attraversando.
Ritenuto, in conclusione, che la mancata restituzione di tutti i territori non utilizzati per fini strettamente militari per riassegnarli “in couso” al Comune, come in precedenza, rappresenti un grave limite e denoti il totale fallimento dell’azione dell’amministrazione al riguardo e, in particolare, del Sindaco.

Tutto ciò premesso.

INTERPELLANO IL SINDACO
Per conoscere:
1- Quali obiezioni abbia interposto all’Amministrazione Militare per le condizioni vessatorie e umilianti dettate per l’accesso parziale al litorale che hanno comportato, oltre alla recinzione del tratto stradale, l’apposizione di cartelli, divieti e vincoli, improntati a logiche segregazioniste di tipo coloniale.
2- Che cosa abbia fatto per verificare se i cartelli militari lungo l’arenile ricadano o meno all’interno del Demanio marittimo ed eventualmente se si sia attivato per chiederne la rimozione.
3- Se abbia acquisito i pareri necessari per la balneabilità delle acque di quella spiaggia.
4- Come, stanti le difficoltà economiche attuali, giustifichi quello che appare comunque, tenuto conto del rapporto costi/benefici, sperpero di denaro pubblico per la realizzazione delle opere succitate.
5- Se non ritenga necessario e urgente intraprendere un’azione legale nei confronti del Ministero della Difesa e Autorità Militari per rivendicare i danni subiti in termini economici, morali e di immagine, anche in relazione a ciò che sta accadendo attualmente.
Chiedono inoltre a corredo della presente
- copia degli accordi stipulati con l’Amministrazione Militare
- copia dell’ordinanza per la riapertura della spiaggia
- copia del documento della idoneità alla balneazione.
- elenco dettagliato di tutte le spese sostenute (una per una) per gli interventi effettuati nella strada militare e nel parcheggio a pagamento.

Chiedono infine che alla presente venga data risposta scritta, ai sensi dell’art. 56 del regolamento del consiglio.

Villaputzu, 30 luglio 2013

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